Sab. Lug 19th, 2025

GUARDIOLA ALZA LA VOCE: “ROSA RIDOTTA O ME NE VADO”

Il tecnico del Manchester City lancia l’ultimatum alla dirigenza dopo l’addio di De Bruyne: “Non voglio 25-26 giocatori, è impossibile per la mia anima mandare calciatori in tribuna”

Una filosofia semplice, chiara, inamovibile. Pep Guardiola non ha intenzione di cambiare idea nemmeno davanti alle crescenti difficoltà del calcio moderno, con calendari sempre più compressi e rose sempre più ampie. Nella conferenza stampa che ha seguito l’emozionante addio di Kevin De Bruyne al Manchester City, il tecnico catalano ha lanciato un messaggio inequivocabile alla dirigenza dei Citizens: la sua visione calcistica richiede una rosa contenuta, altrimenti sarà lui stesso a fare le valigie.

L’ultimatum che scuote Manchester

“Me ne vado. Se non mi riducono la rosa me ne vado”, ha dichiarato con un sorriso che contrastava con l’emozione per il saluto al campione belga. Parole pronunciate con apparente leggerezza ma cariche di significato, tipiche del modo in cui Guardiola comunica quando vuole far passare concetti fondamentali. Un messaggio diretto ai vertici del club: nella prossima stagione vuole continuare a lavorare con un gruppo ristretto di 18-20 giocatori, come ha sempre fatto nei suoi nove anni di trionfi a Manchester e prima ancora nei suoi esordi al Barcellona.

Una questione di valori

Per Guardiola non si tratta solo di una scelta tattica o gestionale, ma di una questione profondamente personale. “Non voglio dover mandare 5 o 6 giocatori in tribuna, è impossibile per la mia anima. Non può funzionare”, ha spiegato con evidente trasporto emotivo. Il manager catalano ha vissuto questa situazione nelle ultime settimane, quando ha dovuto escludere dalle convocazioni talenti come Lewis e McAtee nella finale di FA Cup, o Savinho e Khusanov nel match di campionato contro il Bournemouth.

“Sta accadendo perché a gennaio abbiamo aggiunto quattro giocatori”, ha continuato. “Ci sono stati tre, forse quattro mesi in cui facevamo fatica ad arrivare a undici elementi, in cui non avevamo difensori ed è stato davvero complicato. Adesso abbiamo recuperato quasi tutti e siamo al completo, ma la prossima stagione non può ripetersi questa situazione.”

Il disagio dell’allenatore perfezionista

Guardio[…]la qualità del gioco, Guardiola preferisce affidarsi ai giovani della Academy piuttosto che gestire una rosa extralarge con giocatori scontenti.

Per gli appassionati di sport e scommesse che seguono le dinamiche di mercato del City, è possibile leggere quali sono le Casinolab recensioni 2025 per valutare le quote relative ai possibili trasferimenti in uscita dal club inglese, considerando l’ultimatum lanciato da Guardiola.

La rivoluzione è già iniziata

Il Manchester City ha già avviato un significativo rinnovamento durante la finestra di mercato di gennaio, con gli arrivi di Marmoush, Gonzalez, Khusanov e Reis. De Bruyne ha già salutato, e nella lista dei possibili partenti figurano altri pilastri dell’era Guardiola come Bernardo Silva e Jack Grealish, oltre a Kyle Walker, attualmente in prestito al Milan ma destinato a tornare a Manchester solo per un rapido commiato.

Così come il monopolio delle piattaforme streaming limita l’accesso alle partite di calcio, anche Guardiola impone limiti chiari alla sua gestione tecnica, preferendo rinunciare a potenziali talenti piuttosto che compromettere la sua visione di gruppo coeso.

I principi non negoziabili

Il nuovo direttore sportivo Hugo Viana è già al lavoro per dare a Guardiola i giocatori giusti con cui aprire un nuovo ciclo vincente. Tra questi non figurerà Florian Wirtz, per il quale il City ha ritenuto eccessiva la richiesta di 150 milioni di euro avanzata dal Bayer Leverkusen. Un’altra dimostrazione che il club non partecipa ad aste di mercato, fedele alla filosofia costruita in questi anni.

“A livello emozionale non possiamo sostenere una rosa ampia, pensando di creare una connessione tra i giocatori e con il gruppo”, ha sottolineato Guardiola. “Non possiamo avere calciatori che restano a casa. Non funziona, mi fa venire il mal di testa: prima della partita col Bournemouth ho trascorso 45 minuti a spiegare a sei giocatori perché non erano convocati. Sei giocatori! Così non può funzionare.”

Come sempre nella sua carriera, Guardiola rimane fedele ai suoi principi: chi non è contento può andarsene, non importa quanto sia importante. La rosa deve essere contenuta. E su questo, il tecnico più vincente della sua generazione non è disposto a negoziare, nemmeno davanti alle sfide sempre più complesse del calcio contemporaneo.

di Admin

Related Post

Open