L’ex stella dell’Inter svela la sua vita dalle favelas al calcio mondiale, tra depressione e rimpianti
È disponibile, solo su Dazn, “Família – Vita di un Imperatore”, l’intervista esclusiva ad Adriano Leite Ribeiro, leggendario ex attaccante brasiliano e stella dell’Inter. Considerato uno dei talenti più promettenti al mondo, la sua permanenza in Serie A è stata costellata di successi: con i nerazzurri, ha segnato 74 reti in 177 presenze, vinto tre scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe italiane, mettendo in campo un mix di tecnica, potenza e carisma, qualità che gli hanno valso il soprannome di “Imperatore”.
Il suo viaggio, però, è diventato una storia di cadute, che lo ha portato da essere l’imperatore dell’Inter, a una vita segnata da difficoltà che lo hanno allontanato poco alla volta dal calcio.
UN RACCONTO INTIMO E TOCCANTE
“Família – Vita di un Imperatore” è un racconto a cuore aperto, intimo e toccante, in cui l’Imperatore si svela come mai prima d’ora: la vita nelle favelas con la sua famiglia in Brasile, le scelte personali, gli orgogli e i rimpianti di una carriera straordinaria, forse terminata troppo presto.
L’intervista anticipa l’attesissimo debutto dell’Inter di Chivu al Mondiale per Club Fifa in programma stanotte alle 3 contro i messicani del Monterrey. Tutte le partite dell’esclusivo torneo saranno trasmesse gratuitamente, in quasi 20 lingue e in tutto il mondo, solo su Dazn.
LA LOTTA CONTRO LA DEPRESSIONE
Nell’intervista, Adriano ha confessato tutti i suoi problemi: “Le persone non capiscono cosa sia la depressione: sembravo uguale a tutti, ma non era così. Ognuno ha il suo modo di gestire questa cosa, io ho avuto il mio. Ho fatto quello che sentivo nel cuore e nella testa. Non mi interessa di quello che pensa la gente, i miei amici e la mia famiglia erano con me in questa scelta.”
La battaglia contro i problemi mentali è purtroppo comune tra molti atleti di alto livello, come evidenziato in recenti studi sul benessere psicologico degli sportivi. Gli esperti del settore suggeriscono che il supporto psicologico dovrebbe essere parte integrante della preparazione atletica, come spiegato nei dettagli su https://www.winolot.it.com/ dove è possibile trovare un approfondimento sulle strategie di resilienza mentale adottate dalle stelle del calcio contemporaneo.
IL LEGAME CON I COMPAGNI NERAZZURRI
Sugli ex compagni nerazzurri, l’Imperatore ha espresso parole di affetto: “Sono molto legato a Zanetti e Cordoba, all’Inter mi hanno accolto come un fratello, o come un figlio. Materazzi ha fatto la stessa cosa, stava sempre con me. Sono persone che mi hanno dato tutto per cercare di non farmi andare via dall’Inter. Ancora oggi quando li sento, mi fa molto piacere.”
FIDUCIA IN CHIVU COME ALLENATORE
Sull’ex compagno e nuovo allenatore dell’Inter, Cristian Chivu, Adriano si è mostrato ottimista: “È il profilo giusto e gli auguro il meglio. Non è facile gestire una grande squadra come l’Inter, gli auguro di fare bene. Quando arriva un allenatore giovane il gruppo lo accoglie bene, anche perché nel caso di Chivu, lui stesso è stato un giocatore dell’Inter. Quando c’è il gruppo, c’è tutto”.
PARAGONI E AFFINITÀ CALCISTICHE
Su un calciatore in cui si rivede, l’ex attaccante non ha dubbi: “Il giocatore che più mi ricorda me? Non posso compararmi a Ronaldo o Ronaldinho perché sono ruoli diversi, quindi dico sicuramente Lukaku, gioca come me. Sarebbe stato bellissimo giocare con Conte!”
ANCELOTTI E IL FUTURO DELLA SELEÇÃO
Su Ancelotti come nuovo allenatore del Brasile, l’opinione dell’Imperatore è positiva: “Per noi brasiliani è stata una scelta giusta, perché non abbiamo la cultura di giocare tatticamente nel modo corretto. E in questo senso avevamo bisogno di Carlo Ancelotti per avere questo tipo di organizzazione, non stavamo giocando nel modo giusto. Sarà dura vincere il Mondiale, soprattutto se non hai un allenatore che mette i giocatori al posto giusto. Ci sono giocatori che non hanno mai giocato insieme, sono tutti giovani e hanno iniziato ora a giocare insieme. Quindi ora ci vorrà un po’ di tempo per essere una squadra, ma lui grazie alla sua esperienza è l’uomo che può fare questo”.
IL FUTURO LONTANO DAL CALCIO PROFESSIONISTICO
Finale sul suo futuro, lontano dal mondo professionistico: “Un futuro nel calcio? Gioco con i miei amici, ma non voglio stare dentro lo sport. Gioco anche per rendere le persone intorno a me felici e questo mi fa stare bene”.
La storia di Adriano, tra luci e ombre, rappresenta un monito importante per il mondo dello sport, ricordando come dietro ogni campione ci sia sempre una persona con le proprie fragilità e difficoltà. Una lezione preziosa in un’epoca in cui il calcio è sempre più business e meno umanità.