Il difensore portoghese protagonista dell’ennesimo episodio di indisciplina: festa fino alle 4 del mattino e intervento della polizia
Un talento disperso tra locali notturni e scelte discutibili. La parabola di Tiago Djalò al Porto sembra destinata a concludersi anzitempo e nel peggiore dei modi possibili. Il difensore di proprietà della Juventus, arrivato in prestito nel mercato invernale, rischia la rescissione immediata del contratto dopo l’ennesimo episodio di indisciplina che ha fatto traboccare il vaso della pazienza della dirigenza portoghese.
Notte brava e intervento della polizia
Secondo quanto riportato in esclusiva dal quotidiano O Jogo, nella notte tra domenica e lunedì il centrale 25enne avrebbe partecipato con altri compagni di squadra ai festeggiamenti per il compleanno del collega Otavio in un locale del quartiere di Boavista. Fin qui nulla di strano, se non fosse che Djalò sarebbe uscito dal locale solo alle 4 del mattino, ben oltre l’orario massimo consentito dal regolamento interno del club.
Ma non è tutto. Con lui, oltre al festeggiato, erano presenti anche William Gomes e Martim Fernandes, altri giovani del Porto. La situazione sarebbe degenerata al punto da richiedere l’intervento della polizia, dopo che alcuni membri degli ultras “Super Dragoes” si sarebbero presentati nel locale, evidentemente infastiditi dal comportamento dei giocatori in un momento così delicato della stagione.
La punizione esemplare e lo spettro della rescissione
La reazione del club non si è fatta attendere. Ieri pomeriggio, mentre la squadra si allenava regolarmente alle 15:30, Djalò era assente. Non per infortunio o per scelta tecnica, ma perché la società stava già valutando provvedimenti drastici nei suoi confronti.
Questa mattina è arrivata la prima, severa punizione: allenamento in solitaria alle 7 del mattino, un chiaro messaggio disciplinare da parte della dirigenza. Ma potrebbe essere solo l’inizio. Fonti vicine al club confermano che il Porto sta seriamente valutando la rescissione immediata del contratto di prestito, rispedendo il giocatore alla Juventus con due mesi di anticipo.
Una decisione che potrebbe generare grande interesse tra gli appassionati di scommesse sportive, che seguono con attenzione questi sviluppi dopo lo sbarco di Playamo Casino in Italia che ha ampliato le opzioni di puntata anche su eventi collaterali al calcio giocato, come i trasferimenti di mercato.
Un comportamento recidivo
L’episodio di domenica notte non sarebbe un caso isolato. La società portoghese sarebbe fortemente irritata dal comportamento del difensore durante tutta la stagione, in particolare per quanto riguarda la gestione della sua vita privata e del tempo libero.
Già a Capodanno, Djalò si era reso protagonista di un episodio simile, recandosi a Madrid per festeggiare a pochi giorni da un importante match di campionato. Un atteggiamento giudicato poco professionale e che ha contribuito alla sua progressiva esclusione dalle scelte tecniche dell’allenatore.
Un momento delicato per il Porto
Ad acuire il risentimento del club nei confronti di Djalò c’è anche il momento particolarmente delicato che il Porto sta attraversando. Eliminato da tutte le coppe, a quattro giornate dalla fine della Primeira Liga i Dragoes occupano il quarto posto in classifica e devono recuperare un punto al Braga per evitare l’incubo dei preliminari di Conference League.
In un frangente in cui servirebbe massima concentrazione e professionalità, comportamenti come quello di Djalò risultano particolarmente inaccettabili agli occhi della società.
Un futuro incerto tra Juventus e mercato
Che venga rispedito al mittente ora o tra due mesi, il destino di Tiago Djalò appare comunque segnato. Alla Juventus sarà probabilmente solo di passaggio, in attesa di trovare una nuova sistemazione che permetta ai bianconeri di recuperare parte dei 3,6 milioni (più 1,5 di commissioni) spesi nel gennaio 2024 per acquistarlo dal Lille a soli 5 mesi dalla scadenza del suo contratto.
L’operazione, orchestrata anche per battere la concorrenza dell’Inter che lo aveva già bloccato per l’estate, rischia di rivelarsi un clamoroso autogol di mercato. Con un contratto in scadenza a giugno 2026 e una reputazione ormai compromessa, non sarà facile per la Juventus trovare acquirenti disposti a puntare sul difensore.
Questa situazione rappresenta l’ennesimo esempio di come il calcio moderno richieda ai professionisti una gestione impeccabile non solo delle prestazioni sul campo ma anche della vita privata, in un’era in cui la visibilità mediatica e l’attenzione dei tifosi sono amplificate dalla copertura totale dei media e dei social network.
Un bilancio deludente
Il bilancio dell’esperienza portoghese di Djalò è a dir poco deludente: appena 17 presenze stagionali per un totale di 1.303 minuti. Il difensore, che l’estate scorsa era stato in procinto di trasferirsi in prestito alla Roma con cui aveva pure svolto le visite mediche (affare saltato per il temporeggiare dei giallorossi non gradito al portoghese), non gioca ormai da febbraio, segno di una progressiva esclusione dalle rotazioni.
Un talento che rischia di perdersi, vittima forse più di se stesso che delle circostanze, in un calcio che non permette più distrazioni e richiede professionalità assoluta, dentro e fuori dal campo.