Al contrario di quanto avveniva nell’antica Roma, dove chi esercitava la professione di avvocato lo faceva a titolo gratuito, ai giorni nostri l’avvocato deve essere pagato e quello che induce un po’ in confusione è stabilire l’ammontare del compenso.
Normalmente la parcella del legale deve essere pagata al termine del lavoro, ma ovviamente il professionista può richiedere delle somme in acconto per far fronte alle spese processuali.
Gli unici casi in cui il cliente non deve pagare l’avvocato è nel caso del patrocinio gratuito da parte dello Stato o quando la parte soccombente è stata condannata a pagare le spese legali.
Il patrocinio gratuito serve a garantire, a coloro che non hanno i mezzi economici, la possibilità di poter accedere all’assistenza di un legale.
I parametri per poter accedere al patrocinio gratuito sono molto rigidi e strettamente legati al reddito, il cui limite annuo viene fissato massimo a 11.528,41 €. Nel secondo caso, quando la controparte in un giudizio è soccombente, il giudice può condannarla al pagamento di tutte le spese legali, sue e dell’altra parte.
Come si calcola il compenso dell’avvocato
I fattori che incidono sulla determinazione della parcella dell’avvocato sono molteplici: il tipo di procedimento, il giudice e l’oggetto della causa.
I costi di un procedimento civile differiscono da quelli di uno penale, un procedimento davanti al giudice di pace ha sicuramente minori costi rispetto a un processo in Corte d’Appello o in Cassazione. Infine, un processo avrà dei costi differenti anche in base all’oggetto del procedimento, poiché ovviamente un processo per omicidio avrà un costo nettamente superiore rispetto ad uno per un procedimento civile o amministrativo.
Quello fra cliente ed avvocato è un contratto a tutti gli effetti, e le parti possono concordare fra loro il compenso che spetterà al professionista. Qualora fra cliente e avvocato non venga stabilito a priori l’importo della parcella, vengono applicati i parametri stabiliti dalla legge. Vi è un apposito decreto ministeriale del 2014 che consiste in un tariffario molto particolareggiato che contempla varie fattispecie alle quali fare riferimento in mancanza di accordi preliminari.
Criteri per la determinazione della parcella
Nella determinazione della parcella bisogna tenere conto dei parametri forensi che sono suddivisi in fasi e scaglioni.
Le fasi che bisogna analizzare sono:
- lo studio della controversia, durante il quale si studia il caso in tutte le sue sfaccettature;
- successivamente vi è la fase introduttiva del giudizio, che consiste in tutte le azioni necessarie per introdurre la pratica;
- la fase istruttoria e di trattazione è quella in cui si vagliano le prove e vengono effettuati gli interrogatori. È la fase in cui si cerca di convincere la corte delle proprie motivazioni;
- infine vi è la fase decisionale in cui si depositano le conclusioni in attesa della sentenza.
Ciascuna fase ha un costo preciso determinato dalla legge. Per elaborare la parcella finale bisognerà applicare queste azioni a determinati scaglioni stabiliti dalla legge in base alle responsabilità che si assume l’avvocato, legate alla delicatezza degli argomenti oggetti della causa. Ovviamente questi sono parametri che vanno valutati con discrezionalità.
Dall’incrocio fra le fasi e gli scaglioni si determina una tabella. Le tabelle in totale sono 27 e ognuna descrive un particolare ambito giuridico.
Le spese da affrontare nel corso di un contenzioso
Quando si affronta un contenzioso legale ci sono delle spese che bisogna affrontare e che, in caso di vittoria, potranno essere recuperate addebitandole alla parte soccombente.
Queste spese sono:
- contributo unificato, spese di notifica e anticipazioni forfettarie;
- eventuale imposta di registro sulla sentenza;
- spese per istruttoria come ad esempio le consulenze;
- parcella dell’avvocato composta da onorario, spese generali, oneri previdenziali e iva.
Nello specifico il contributo unificato è una tassa che va versata allo Stato per avviare la causa e varia in base al valore della causa stessa.
Le spese di notifica riguardano le spese sostenute per notificare gli atti alla controparte; infine le anticipazioni forfettarie consistono in un versamento di 27 € contestuale all’iscrizione a ruolo della causa.
Il consiglio, quando ci si trova a dover sostenere un procedimento giudiziario, è di concordare preventivamente e in forma scritta l’importo dell’onorario del legale. Quello fra cliente e legale, come già detto, deve essere proprio un contratto che indichi tutti gli importi in modo dettagliato, in modo da non trovarsi di fronte ad un conto salato e inaspettato. Da parte sua il legale dovrà rapportare la sua richiesta di onorario in base, oltre ai parametri che riguardano le varie fattispecie di contenziosi, anche alla propria esperienza e fama.
Infine la parcella deve comunque rispettare le direttive stabilite dal decreto ministeriale del 2014. Il decreto, di fondamentale importanza, è un valido aiuto per i consumatori per potersi orientare in un tema così complesso e di difficile comprensione per la maggior parte delle persone.
La nascita di software che incrociano i dati e i parametri delle tabelle redatte dal decreto, aiutano i potenziali clienti ad effettuare un calcolo approssimativo dei costi presunti che dovranno affrontare qualora debbano intentare una causa. Vi sono inoltre molti siti che permettono di avere dei preventivi per conoscere i costi di un avvocato online.
Ora, con questi nuovi strumenti, i dubbi relativi alla materia legale sono più semplici da risolvere e permettono a chiunque di non arrivare impreparato qualora debba trovarsi per una qualsiasi ragione ad affrontare un processo.