Mar. Dic 3rd, 2024

Guida ai musei di Cefalù: storia, fede e arte da visitare

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Ogni città ha i suoi simboli e le sue ricchezze: pensare a Cefalù richiama direttamente la bellezza del suo mare, ma non tutto lo splendore di questo borgo risiede nella sua spiaggia e nel suo porticciolo. Infatti, molta della grandezza di Cefalù è rintracciabile nelle opere d’arte racchiuse nel borgo stesso e nei suoi dintorni.

Scoprire queste meraviglie, appartenenti all’inesauribile filone dell’arte arabo-normanna e molto altro ancora, è un’esperienza che si presta a qualsiasi stagione: far tappa presso uno degli alloggi offerti da Cefaluapartments.it si rivelerà essenziale per esplorare le bellezze del borgo marinaro siciliano e le terre che lo circondano, andando a caccia dei segni dell’arte che l’intreccio tra storia e fede ha lasciato in queste terre.

La maestosità del Duomo di Cefalù

Quando si tratta dell’incrocio tra arte e fede, il pensiero non può che andare alla grandezza dell’arte sacra: il Duomo di Cefalù ne è senz’altro una grande testimonianza, tutta siciliana, appartenente a quel filone dell’arte arabo-normanna che si ricollega direttamente ad altri grandi esemplari rintracciabili a Palermo e nella vicinissima Monreale. La Cattedrale di Cefalù non ha nulla da invidiare alle altre architetture del filone arabo-normanno, e compete per maestosità con la Rocca che si erge alle sue spalle: segno tangibile, questo, della volontà e dell’ambizione del re Ruggero II, che ne ordinò la costruzione.

Tanta grandezza infatti non si spiegherebbe se non ci fosse alle spalle una storia dal retrogusto miracoloso: il re Ruggero II d’Altavilla, colto per mare da una tempesta che stava costandogli la vita, si rivolse al Signore, facendogli voto di costruire una grandissima cattedrale se lo avesse tratto in salvo. Ruggero e il suo equipaggio si salvarono, approdando poi felicemente in Sicilia: il re tenne fede al proprio voto e nel 1131 fece posare la prima pietra della futura cattedrale, che sarebbe stata consacrata più di un secolo dopo, nel 1267.

Si tratta senz’altro di una leggenda affascinante, che tuttavia non trova molte prove nei documenti storici legati alla Cattedrale: probabilmente, infatti, la sua edificazione si lega più alla volontà di Ruggero II di rendere onore alla grandezza dei genitori, Ruggero e Adelasia, e, allo stesso tempo, di collocare strategicamente un simbolo della cristianità in un territorio ancora pieno di credenze islamiche, quale era la Sicilia del XII secolo.

Indipendentemente dalle reali intenzioni del re Ruggero II, certo è che fece costruire una struttura grandiosa, che ospita ancora oggi pregiati mosaici bizantini realizzati a Costantinopoli e una Madonna di Domenico Gagini, risalente al XVI secolo. Su ogni cosa, tuttavia, domina certamente il Cristo Pantocratore, che dall’abside troneggia sulle tre navate del Duomo, tra Santi e Arcangeli di pregevole e incantevole fattura.

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Il Museo Mandralisca

Collocato in Via Mandralisca, a pochi metri dalla Cattedrale e dunque nel cuore del centro storico di Cefalù, si trova il Museo Mandralisca. Si tratta di una struttura pensata per ospitare le memorie e il patrimonio artistico legato a Enrico Pirajno di Mandralisca, e che all’atto pratico racchiude in sé forme d’arte estremamente diverse. Infatti, il museo ospita da un lato una ricca pinacoteca, e dall’altro una collezione archeologica di grande interesse; a queste, si somma un nutrito monetario; infine, il tutto è corredato da mobili, elementi d’arredo e oggetti appartenuti per anni alla famiglia Mandralisca. Tutti questi elementi, senza nulla togliere al grande segno dell’arte, rendono l’atmosfera del Museo evocativa ma, allo stesso tempo, domestica e intima.

Finalmente, muovendosi per le stanze di questo museo privato, ci si avvicina alle autentiche attrazioni delle sale. All’interno della ricca Collezione Mandralisca, infatti, spicca certamente il Ritratto d’Uomo di Antonello da Messina, reso celebre da Vincenzo Consolo nel suo romanzo, Il sorriso dell’ignoto marinaio. A questo capolavoro pittorico, si affianca inoltre un cratere siceliota a figure rosse su fondo nero, soprannominato del Venditore di tonno.

Il Museo di Gibilmanna

Situato nel vicinissimo Santuario di Gibilmanna, si trova un nutrito museo di arte povera, pensato per accogliere tutte quelle opere minori che caratterizzano e segnano l’evoluzione di una cultura e delle sue espressioni artistiche. Non si ha dunque a che fare con capolavori di grandi autori, ma con tracce senza nome né firma, caratterizzate da profonda umiltà, come lo sono gli stessi Frati minori cappuccini che gestiscono e abitano il santuario.

Inoltre, a rendere estremamente suggestivo il Museo del Santuario di Gibilmanna, è certamente la sua posizione, a 800 metri sopra il livello del mare, completamente immerso nel verde. Il santuario stesso, infine, resta un’opera architettonica e artistica notevolissima non soltanto per il paesaggio in cui è incastonato, ma anche per la sua storia e la gestione dei vari ordini, Benedettini ed Eremiti, prima ancora che Francescani, che si sono susseguiti nel corso del tempo.

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